Thursday, December 23, 2010

CON LE CARTE IN REGOLA

NONA PUNTATA

Il sindacalista con la chitarra    

Senza Woody Guthrie, il cantautore statunitense di cui parliamo oggi, forse Robert Zimmermann non sarebbe diventato Bob Dylan. Guthrie è considerato unanimamente il padre putativo di tutti i cantautori americani e rimane una figura di spicco sia sotto il profilo della ricerca e della produzione musicale, sia sotto quello dell'impegno sociale. Woody nasce il 14 luglio 1912 a Okemah, che è una piccola città in Oklahoma cresciuta nel periodo del boom petrolifero. Molti hanno fatto fortuna con il petrolio e suo padre è uno di questi. L’infanzia e l’adolescenza di Woody però sono segnate da un susseguirsi di disgrazie che lo lasciano letteralmente solo, senza famiglia e senza finanze. Se ne va da Okemah e inizia a vagabondare per gli Stati Uniti viaggiando sui treni merci clandestinamente ed imparando a sopravvivere facendo qualsiasi genere di lavoro.

http://www.youtube.com/watch?v=UlbLs_bvimU

Nel 1937 arriva a Los Angeles dove inizia ad esibirsi in recital radiofonici. Ma intanto viaggia per conoscere e documentare le precarie condizioni di vita dei lavoratori immigrati. All’inizio del ’40 arriva a New York e incontra un gruppo di intellettuali tra cui Pete Seeger e Alan Lomax che stanno riscoprendo la musica popolare e che trovano in lui il rappresentante di quell’arte genuina che cercavano.




Il periodo bellico lo vede imbarcato nella marina mercantile. Alla fine della guerra riprende a suonare e incidere canzoni, ma la sua collocazione nella sinistra americana e nel sindacato gli procurano un posto nelle liste nere della caccia alle streghe maccartista rendendogli la vita ancora più difficile. Ad inasprire queste condizioni nel 1952 gli viene diagnosticato il morbo di Huntington, la stessa malattia neurocerebrale che aveva ucciso la madre, che conduce lentamente all'immobilità ed infine alla morte. Nel ’56 le sue condizioni di salute peggiorano, entra in ospedale e non ne uscirà quasi più fino alla morte che avviene il 3 ottobre 1967.
Oggi proponiamo The Ballad of Sacco and Vanzetti in cui con il suo personalissimo stile Guthrie racconta le vicissitudini giudiziarie dei due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo e culminate con la loro condanna a morte e la loro esecuzione.
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, emigrati a Boston nel 1908, vengono arrestati nel 1920 con l'accusa di aver ucciso un contabile e la guardia di un calzaturificio e di aver rubato i soldi delle paghe. Ma sulla loro colpevolezza ci sono molti dubbi già all'epoca del loro processo. Il loro in effetti è un caso giudiziario montato a arte. I due sono i  perfetti agnelli sacrificali in quanto sono immigrati italiani, capiscono poco l’inglese e soprattutto sono stati coinvolti in scioperi, agitazioni politiche e propaganda contro la guerra.   



Molti famosi intellettuali, tra cui Bertrand Russell, George Bernard Shaw  e John Dos Passos, sostengono una campagna per giungere ad un nuovo processo ma l'iniziativa non approda ad alcun risultato.
Il 23 agosto del 1927, dopo sette anni di udienze, i due uomini vengono uccisi sulla sedia elettrica e la loro esecuzione innesca rivolte popolari sia a Boston e negli Stati Uniti che in Europa.
Dopo 50 anni, nel 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconosce ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilita completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
Il lavoro su Sacco e Vanzetti è solo uno dei tanti esempi di impegno civile che Guthrie incanala nella sua produzione artistica. Tra i long playing più rappresentativi voglio citare Dust bowl ballads tratto dal suo viaggio di ricerca nelle condizioni sociali dei migranti; This land is your land scritto come risposta al God save America di Berlin; Long Ways To Travel sull’esperienza del vagabondaggio; Struggle sull’esperienza delle lotte sindacali; The ballad hunter per l’Archivio di musica folk della Biblioteca Nazionale del Congresso e infine Bound of glory con brani ispirati all’omonima autobiografia.
Oltre alle moltissime canzoni, Woody lascia l’autobiografia appena citata e tradotta in italiano con il titolo Questa terra è la mia terra; Born to Win, una raccolta di poesie, disegni e scritti vari, Woody Sez raccolta di articoli scritti per la rivista People's world e il romanzo Seeds of man.
Fra gli autori che più significativamente hanno tratto ispirazione da Woody Guthrie spiccano Bob Dylan e Bruce Springsteen. Tra i numerosi interpreti che hanno inciso sue canzoni ricordiamo Pete Seeger, Harry Belafonte, Joan Baez, Richie Havens, suo figlio Arlo Guthrie e il complesso irlandese degli U2.
In Italia hanno interpretato alcune sue canzoni gli Stormy Six ed Edoardo Bennato.


http://www.youtube.com/watch?v=wxiMrvDbq3s

Danilo Sidari - 2008                                                          

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