Tuesday, December 7, 2010

CON LE CARTE IN REGOLA

QUINTA PUNTATA
Il menestrello crepuscolare     
Di Nick Drake, da almeno quindici anni a questa parte, si è sentito parlare parecchio. Qualche volta anche a sproposito, magari quando è stato accostato ad autori che sono venuti dopo di lui ed il cui lavoro è stato quindi sminuito. Sta di fatto che a partire dagli anni ‘90 i brani di Drake sono stati proposti come accompagnamento a spot pubblicitari, sono apparsi degli articoli sulle riviste specializzate; nel 2000 è uscito il documentario A Skin Too Few dell'olandese Jerome Berkven e un paio d’anni dopo il lungo special radiofonico con la voce narrante di Brad Pitt, che la BBC gli ha dedicato. E poi ci sono almeno due importanti raccolte delle sue canzoni. Si tratta di un tardivo riconoscimento della levatura artistica del cantautore inglese scomparso nel 1974 che gli rende finalmente la notorietà che merita ma che non cancella il rammarico per una potenzialità espressiva andata perduta che accomuna Drake a quegli artisti che come lui sono scomparsi prematuramente e spesso in maniera drammatica.  
Ma la storia di Nick Drake non ha nulla di eclatante e rumoroso ed è anzi contrassegnata da lunghi silenzi e da un pudore che a tratti sconfina nell’autolesionismo. Nick nasce il 19 giugno 1948 in Birmania dove il padre era ingegnere a servizio di una ditta inglese di legnami. Quando ha quattro anni, i Drake ritornano in Inghilterra e si stabiliscono nella campagna vicino a  Birmingham dove egli cresce felice in un ambiente naturale e silenzioso.
Gli anni della scuola passano spensierati: è un alunno ricettivo, un ragazzo magari un pò riservato e serioso o vagamente fra le nuvole, ma essenzialmente sano.
E' proprio la madre a trasmettergli l'amore per la musica: al liceo impara a suonare sassofono, clarinetto e pianoforte. Il suo interesse si sposta però sulla chitarra acustica, strumento prediletto a cui dedica ore e ore di studio, che alterna all’ascolto della radio. Si forma un gusto musicale ben definito: il folk,  il blues ed il jazz e naturalmente le nuove leve del rock, cioè i Beatles ed i Rolling Stones
                                                                               
Vengono i primi viaggi con gli amici: a Londra e poi in Belgio, in Germania, in Francia ed in Marocco e durante questi soggiorni all’estero inizia a far uso di sostanze stupefacenti. Nel '67 si iscrive all'università dove segue con qualche interesse solo i corsi di letteratura inglese. Conosce Robert Kirby, suo coetaneo e giovane compagno di studi che diverrà l'arrangiatore ufficiale dei suoi primi due album. Fa scarsa vita sociale, studia poco e a causa della lontananza dal nucleo familiare, comincia a coltivare un senso di auto-isolamento. Nel 1968 però, inaspettato, l'evento che cambia per sempre la sua vita cioè un concerto alla celebre Round House di Londra. E’ l'occasione preziosa per farsi ascoltare e infatti tra il pubblico c'è Ashley Hutchings, bassista dei Fairport Convention che impressionato favorevolmente lo presenta al manager Joe Boyd. Boyd gli procura un contratto discografico con l'etichetta Island, un compenso fisso settimanale di 20 sterline e la reputazione di talento emergente del panorama musicale anglosassone. 
In un lampo tutti i desideri di Nick sembrano avverarsi.


Iniziano le sedute di registrazione del primo album, Five Leaves Left, che si protraggono per quasi un anno. Intanto Drake lascia l'università, senza laurearsi,  e si trasferisce definitivamente a Londra. Joe Boyd diviene il mentore di Nick perchè è saggio, è spigliato ed è carismatico, tutte qualità che a Drake sono sempre mancate. 
Purtroppo, della bellezza di questo primo album si accorgono in pochi e le vendite sono assai modeste. Nick abbozza anche un tentativo di promozione, esibendosi alla Royal Festival Hall di spalla ai Fairport Covention. Va molto bene, lui è applauditissimo, ma lascia il palco con imbarazzo perchè il pubblico vociante lo rende nervoso ed insicuro. Preferisce lo studio di registrazione ed il lavoro certosino alle canzoni mentre la promozione, i cartelloni pubblicitari, i concerti, le interviste, non gli interessano ed anzi lo indispongono e reagisce ad essi isolandosi.
La critica però inizia ad occuparsi di lui e ad incoraggiarlo ed anche la BBC non si lascia sfuggire il nuovo personaggio ed inizia a  proporre le sue canzoni.
Nel 1970 suona ancora di spalla ai Fairport Convention, ma sperimenta lo stesso fiasco emotivo dell’esperienza precedente e decide di non esibirsi più in pubblico.
A questo periodo risale l'avvio di una tormentata relazione sentimentale con la cantautrice francese Françoise Hardy, ma i dettagli della storia rimangono nell'ombra. Intanto prende forma il nuovo album: l’artista ha in mente un'opera di respiro più  ragionata e ambiziosa, che finalmente possa donargli la meritata considerazione. Nasce così Bryter Layter che compare nei negozi nel novembre del ‘70. L'accoglienza purtroppo è ancora troppo tiepida: 15.000 copie. Un numero superiore all'esordio, ma nettamente inferiore alle aspettative.

Nick ha perso anche questa opportunità e cade profondamente in depressione. In quello stesso periodo Joe Boyd, l'uomo che più credeva in lui, il consigliere, l'amministratore, l'amico, decide di tornare negli Stati Uniti, suo paese natale e per Nick questo è un colpo durissimo.
Iniziano le frequenti visite psichiatriche, decise dai genitori preoccupati, e la macabra danza di antidepressivi e medicinali che lo porterà a una lenta, ma implacabile assuefazione. Le droghe faranno il resto. Trascorre un periodo ad Algeciras, nel sud della Spagna, per un rilassante soggiorno estivo. Sul fronte psichico non ci sono miglioramenti ma la pausa dallo stress londinese serve a Drake per portare mentalmente a termine il progetto sul nuovo album. Si tratta di una nuova dimensione solitaria in cui lui e la sua chitarra sono i protagonisti. Di ritorno a Londra si chiude in sala di registrazione e nello spazio di due sole notti di lavoro vede la luce nel febbraio del '72 il suo ultimo LP intitolato
Pink Moon. E’ una raccolta di undici brani con cui l'autore si guarda allo specchio e si racconta in maniera essenziale e senza fronzoli. Un testo base per tanti cantautori venuti dopo di lui e che  forse è quello più personale e sincero della sua limitata produzione.


Nonostante la pubblicità della casa discografica il disco non vende quasi nulla e Drake dopo la consegna dei nastri a una segretaria della Island, scompare nel nulla.
In seguito si viene a sapere che è ritornato nella casa paterna, nella campagna inglese dove vive pressochè isolato e non suona praticamente più. Due lunghi anni trascorrono in questa maniera, tra ricoveri per collassi nervosi e viaggi in macchina solitari, fino alla fatale notte del 25 novembre 1974 quando si addormenta per non risvegliarsi più. Che si sia trattato di suicidio o di un errore nel dosaggio di antidepressivi non è mai stato chiarito.
Forse la grazia compositiva di Nick Drake è veramente senza tempo, destinata cioè ad essere apprezzata solo col passare degli anni. 
La sua poesia sembra essere la pacata reazione a quel mal di vivere che intesse la trama della sua esistenza, un’esistenza che sembra essere  caratterizzata dall’incomprensione e da un invincibile senso di solitudine.
La sua musica si miscela magistralmente con i versi tanto da riuscire a tratti commovente per la sua purezza inebriante e per le altezze espressive che sembra saper proporre.  


Una storia sfortunata che non oscura il grande valore dell'artista. Nick Drake ha prodotto tre album meravigliosi, Pink Moon, Five Leaves Left e Bryter Layter.   Al loro interno c'è la passione e l'ambizione di un uomo che avrebbe voluto, nonostante la cronica timidezza, raggiungere il cuore di tutti gli ascoltatori.

Danilo Sidari - 2008

1 comment:

  1. Bravo| Drake merita ancora di essere conosciuto. ciao e salutami i soliti canguri.

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