Thursday, December 23, 2010

CON LE CARTE IN REGOLA

SETTIMA PUNTATA

Una cattiva reputazione                                                                                   Georges Brassens nasce a Sète, nel sud ovest della Francia, il 22 ottobre 1921. Suo padre Louis è un muratore anticléricale convinto, mentre la madre, Elvira Dagrosa, è una vedova napoletana emigrata in Francia con la figlia Simona, nata nel 1912 dal suo primo matrimonio. Elvira è una fervente cattolica e del carattere partenopeo la donna ha conservato l’amore per la musica ed il canto. La radio in casa è sempre accesa e già in giovanissima età il piccolo George conosce e canta tantissime canzoni tra le quali predilige quelle di Ray Ventura e di Charles Trenet.
Nel 1933 George si iscrive al liceo. E’ un allievo mediocre ma conosce Alphonse Bonnafè, suo professore di Lettere che fa nascere in lui l’amore per la poesia francese. Nel 1939 un incidente giudiziario accellera la sua fuga a Parigi. Viene coinvolto in un furto di gioielli e condannato col beneficio della condizionale e già nel febbraio del ‘40, raggiunge la capitale e si stabilisce presso la pensione della zia Antoinette. Per vivere si impiega come operaio ma ben presto scoppia la guerra e a causa di un bombardamento aereo tedesco che ha colpito gli stabilimenti dove lavora, rimane disoccupato. Passa dunque le giornate a leggere i poeti francesi e ad esercitarsi al pianoforte di proprietà della zia. Nel 1942 pubblica la sua prima raccolta di poesie satiriche ma qualche mese dopo viene inviato in Germania per svolgere il Servizio Lavoro Obbligatorio per l’esercito tedesco. Qui inizia a comporre le sue prime canzoni e conosce Pierre Ointenente, detto Gibraltar, che resterà suo amico ed impresario per tutta la vita. Nel marzo del ‘44 beneficia di una licenza e si reca a Parigi dove diserta e si nasconde fino alla fine della guerra a casa di Jeanne Bonniec e del marito Marcel Planche, con i quali rimarrà sempre amico.                                                                                                       Nel 1946, aderisce alla Federazione Anarchica ed inizia a collaborare con il quotidiano Le Libertaire ed a cantare le sue prime canzoni durante gala anarchici. Nel ’47 pubblica un pamphlet surrealista, La luna ascolta alle porte, contraffacendo il marchio Gallimard.




Sempre nel 1947 incontra la donna della sua vita, Joha Heiman, soprannominata Bambolina, una signora estone che ha qualche anno più di lui. I due non vivranno mai insieme, ma resteranno amanti fino alla fine e Brassens le dedicherà alcune canzoni. Tra il 1951 ed il 1952, si esibisce al Caveau de la République e in altri cabaret. Non ha molto successo ma  mantiene comunque fiducia in sé stesso e continua a lavorare alle sue canzoni, fino a che nel marzo del ‘52 la famosa chansonnier Henriette Ragon, detta Patachou, inizia ad interpretare alcune sue canzoni e infine lo convince a salire sul palcoscenico ed affrontare il pubblico. Brassens finalmente rompe gli indugi, si esibisce ed ottiene un successo immediato.
Già nel 1953 esce La Mauvaise Réputation per la casa discografica Polydor a cui resterà fedele durante tutta la sua carriera e per la quale registrerà ben 12 album.
Scrive nello stesso anno il romanzo intitolato La tour des miracles. Le registrazioni dei nuovi lavori si susseguono con cadenza annuale: nel 1954 pubblica Les Amoureux des bancs publics e vince il Premio dell’Académie Charles Cros per il suo primo album. Del 1955 è il lavoro Chanson pour l'Auvergnat che è dedicato agli amici Jeanne e Marcel che lo avevano nascosto durante la sua diserzione.
Nel 1957 esce Je me suis fait tout petit, dedicato alla Heiman ed è dello stesso anno la sua prima ed ultima apparizione in un film, Il quartiere dei lillà di René Clair in cui ricopre il ruolo dell'artista e del quale compone la colonna sonora. Alla produzione discografica, Brassens unisce le numerose serate a contatto col pubblico dei cabaret parigini che alterna con le frequenti tournèe in Italia, in Belgio e  nel nord Africa. Partecipa con una certa assiduità a serate i cui profitti sono devoluti ad associazioni libertarie, antimilitariste, attente a problematiche sociali e non ultime quelle che si occupano di protezione degli animali.
Dopo la pubblicazione di Le Pornographe nel 1958, Le Mécréant nel 1960 e Les Trompettes de la renommée l’anno successivo, nel 1962 il cantautore francese deve affrontare la scomparsa della madre e i primi seri problemi di salute che lo portano a subire un primo intervento chirurgico ai reni. Torna nel ’64 con l’album Les Copains d'abord  ma l’anno successivo muore il padre. Altra pausa riflessiva e nel 1966 ricompare con quello che è considerato da molti critici il più intenso dei suoi lavori Supplique pour être enterré à la plage de Sète. Dopo il lavoro in sala d’incisione seguono due mesi di recital parigini con la cantante Juliette Greco. Nel ’67 vince il Grand Prix de Poesie decretato dalla Académie Française ma deve sottoporsi ad un secondo intervento chirurgico.   
Arriva il 1968 e vede gli studenti parigini scendere in piazza e manifestare. Brassens non partecipa direttamente alle manifestazioni di maggio, ma la sua solidarietà va ai giovani contestatori.




Sempre nel ’68 scompare l’amica Jeanne Bonniec. La produzione discografica si fa ora più sporadica: nel 1969 esce La Religieuse e tre anni dopo, nel ‘72, viene pubblicato Fernande. Nello stesso anno partecipa ad un gala contro la pena di morte insieme a Léo Ferré e si esibisce per tre mesi interi al Bobino, il più prestigioso cabaret parigino. Poi vengono quattro anni di concerti intervallati da alcune lunghe pause e nel 1976 esce il suo ultimo album Don Juan. Sempre nel ’76 vince il Premio Tenco alla carriera. Un’altra lunga pausa e nel 1979 scrive Emilie Jolie, un racconto musicale destinato ai bambini. Nel 1980  registra una raccolta di canzoni della sua gioventù, a vantaggio dell'Associazione Perce-Neige fondata da Lino Ventura, attenta alle persone con disabilità mentali. Alla fine dello steso anno si ammala e viene operato per l’asportazione di un tumore ma dopo l’intervento rifiuta la chemioterapia. Durante l'estate del 1981 torna a Sète la sua città natale e il 29 ottobre 1981 la morte lo coglie vicino a Montpellier, a casa del suo amico e medico Maurice Bousquet. Le sue spoglie sono interrate a Sete, come da lui richiesto nella sua Supplique. Un parco parigino ubicato nei pressi del vecchio mattatoio, gli è stato intitolato. Il cantante visse buona parte della sua vita parigina a qualche centinaio di metri da lì, in un arrondissement lontano da quelli centrali e quindi ancora denso di un'umanità reale, di fatti e personaggi che sono stati per Brassens una fonte di ispirazione artistica inesauribile e una palestra esistenziale molto importante. 


Georges Brassens ha scritto ed interpretato numerose canzoni, alcune sentimentali e malinconiche, altre sarcastiche ed anticonformiste, tutte comunque ricche di atmosfera e frutto di una fantasia inesauribile. Molte sono state tradotte in altre lingue. In Italia  Nanni Svampa e Fabrizio De Andrè hanno dato ampio risalto alla sua opera. Cultore di un minimalismo scenico che rasentava la scontrosità, Brassens non amava le grandi orchestrazioni e si esibiva accompagnato solo dalla sua chitarra e dal contrabbasso. Lo stesso minimalismo trova riscontro nelle sue canzoni che sono storie di gente semplice, storie di gente che come lui ha avuto origini umili. Così come trova riscontro in un’esistenza quotidiana fatta di piccole cose, di abitudini reiterate, di amicizie pluridecennali coltivate con dedizione. Un’esistenza in definitiva che è improntata ad una semplicità che raramente si riscontra in un artista che ancora in vita vendette più di venti milioni di dischi e che resta una figura primaria del panorama musicale europeo contemporaneo.


Danilo Sidari - 2008

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