Monday, November 30, 2015

MAI PUBBLICATI - NEVER PUBLISHED

Spett.le Il Globo/La Fiamma
Signor Capo redattore con gentile richiesta di pubblicazione sulla rubrica “Lettere al Direttore” dell’edizione del Mercoledi


Caro Randazzo,
Sono uno di quei marxisti rottamati che nelle ultime ore stanno emergendo con la semplicistica teoria che gli americani gli attentati terroristici se li vanno a cercare con il lanternino.
Mi permetto di farle notare che, per restare in ambito italiano, uno di quei rottami è, ad esempio, Dario Fo, tanto per fare un nome.
Volendo poi scendere nello specifico, onestamente non credo che questa testata giornalistica mi concederebbe lo spazio necessario ad elencare tutte quelle volte in cui, nel corso degli ultimi 56 anni cioè dalla fine del secondo conflitto mondiale, il governo degli Stati Uniti si è trovato coinvolto in situazioni (si noti bene, mai in territorio statunitense) che sono poi sfociate in guerre, civili e non, attentati, rappresaglie, pulizie etniche e chi più ne ha, più ne metta.
No, caro Randazzo, qui non stiamo facendo l’elogio al terrorista. Stiamo solo cercando di dire che quando si amministra il potere facendo prevalentemente uso della forza, militare o finanziaria o entrambe, questi sono i risultati che si ottengono. Stiamo dicendo che, pur nella nostra impotenza di accademici ciarlatani, siamo coscienti che il coraggio e la forza di una nazione vincente, non si dimostrano bombardando all’uranio i bambini serbi o quelli iracheni. O tranciando i cavi della funivia, o abbattendo per sbaglio aerei civili, e la smetto o l’elenco sarebbe ancora molto lungo.   
Non servono scudi stellari e multinazionali dell’oppressione e dello sfruttamento, per pacificare il mondo. Servono decisioni politiche che tengano conto del parere di tutte le parti in causa, non solo di quella dell’alleato di turno; servono decisioni economiche non dettate da meri interessi di quella o quell’altra lobby, ma dalle effettive esigenze che si vengono a creare nelle diverse zone d’intervento.
Lo sappiamo noi, caro Randazzo, e lo sa anche lei che nè dei marxisti rottamati, nè dei ciarlatani accademici fa parte, perchè lei è un opinionista, cioè un uomo dei media.
Ed a questo proposito, cioè dei media e del loro repentino cambiamento di opinione, come lei lo chiama, esso ha, a mio modesto avviso, due spiegazioni. La prima è che l’orrore da tutti provato inizialmente per la drammaticità di quelle scene e la condanna per il gesto terroristico seguitane, non hanno cancellato e non potevano cancellare le argomentazioni a cui si accennava precedentemente. La seconda spiegazione consiste nel fatto che la stragrande maggioranza degli opinionisti nel mondo, qualunque sia l’appartenenza culturale e politica della testata per cui scrivono, non hanno il privilegio che lei invece ha: quello di non avere concorrenti sulla piazza.
Cordiali saluti.

Danilo Sidari (Un marxista rottamato)

* lettera indirizzata al Dr. Nino Randazzo, capo redattore del quotidiano in lingua italiana Il Globo (Melbourne) a seguito di un suo editoriale pubblicato qualche giorno dopo l'attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre 2001 (n.d.r.) 

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