Monday, November 23, 2015

MAI PUBBLICATI - NEVER PUBLISHED


Da 'a me riva... (in morte di F. De Andrè)

Dicono che noi Liguri siamo gente poco propensa ad esternare i propri sentimenti, a comunicarli, a dividerli con gli altri. Forse in parte è vero!
Sarà la millenaria, ciclopica fatica per strappare alle montagne un fazzoletto di terra da coltivare; sarà quel sentimento di amore-odio che nutriamo nei confronti del mare, fonte di sussistenza e causa di morte.
Sta di fatto che di fronte alla fatica di vivere, le parole servono a poco. E di fronte allo scempio della morte, anche meno.
Fabrizio De Andrè ci ha lasciati.
Della sua arte, del suo ruolo in seno al fenomeno culturale della canzone d'autore, si è detto tutto ciò che c'era da dire.
Sul fatto che avesse dato voce, attraverso la sua poesia in musica, a tutti coloro che, per un verso o per l'altro, vivono ai margini della società, sono stati versati fiumi di inchiostro.
Sulla riscoperta, la rielaborazione, l'uso del dialetto genovese e più in generale di quelle musicalità tipicamente mediterranee, si sono scomodati fior di letterati, musicisti, filosofi e poeti.
Resta solo una piccola nicchia per un commosso saluto da parte di chi, lontano da Genova, lontano dai funerali di massa, lontano dalle dichiarazioni di amici, colleghi, collaboratori, autorità pubbliche e immancabili sciacalli, non ha potuto fare altro che riascoltare ancora una volta Creuza de ma, commuovendosi nel risentire le voci familiari del mercato del pesce di P.zza Cavour.  
Addio De Andrè e grazie per aver dato una voce anche a chi, come noi expat, di parole ne ha sempre potuto spendere poche, impegnati com'eravamo a combattere l'intolleranza da una parte e la nostalgia dall'altra. Sarà anche perché in Australia si "mugugna" poco e soprattutto non ci si "incazza" mai! In compenso si scrivono molte "letters of complaints".

         

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