Il poeta delle barricate
Leo Ferré nasce nel Principato di Monaco il 24 agosto 1916.
All'età di otto anni viene internato in un collegio cattolico gestito dai preti a Bordighera, nell’estremo ponente ligure, rimanendovi fino all'adolescenza. Questa esperienza lacerante forgerà la sua coscienza politica e verrà raccontata nel romanzo Benoit Misère scritto nel 1956. Intraprende gli studi in Legge a Parigi e li deve interrompere a causa della mobilitazione per l’imminente guerra. Viene arruolato col grado di sottotenente e essendosi subito distinto per aver capeggiato una protesta antimilitarista, viene rispedito a casa.
Termina gli studi a Nizza e dopo la guerra, nel 1946, si insedia a Parigi dove prende a cantare nei cabaret di Saint-Germain. E' l'epoca in cui nasce la nuova canzone francese del dopoguerra che in Ferré mostra connotazioni di denuncia sociale fusa in picchi poetici di rara intensità. Stringe amicizia con gli anarchici spagnoli sfuggiti alle torture di Francisco Franco e frequenta i circoli libertari parigini. I temi di provocazione si susseguono incessantemente nelle sue canzoni: Monsieur Tout Blanc contro Pio XII, Mon General contro De Gaulle, Allende contro Pinochet. Scrive una trilogia contro la pena di morte. Mette in musica i poeti maledetti dell'ottocento francese. Nel 1953 va in scena l'oratorio lirico La chanson du mal-aimé con sue musiche su testo di Guillame Apollinaire. Nel 1954 scrive e dirige la Symphonie interrompu. Nel 1956 pubblica il libro di poesie Poete, vos papier! e negli anni a seguire Testament Phonographe in diverse edizioni arricchite di nuovi testi. Accoglie con fraternità prima il movimento beat, poi il Sessantotto. Nel 1973 si trasferisce in Italia, a Castellina in Chianti con la moglie Maria e i figli Matteo, Cecilia e Manuela. Nell'83 scrive L'Opera du Pauvre, forse il vertice massimo della sua espressività. La sua attività artistica ed il suo impegno sociale non vedono soste fino alla sua scomparsa. Numerosi i suoi concerti i cui proventi vanno a finanziare progetti di utilità sociale. Nel 1991 firma una lettera con altri intellettuali francesi contro la guerra del Golfo. Dell’agosto 1992 a meno di un anno dalla sua morte, è da datare la sua ultima apparizione in pubblico. Muore a Castellina in Chianti il 14 luglio 1993 e le sue spoglie sono tumulate nel cimitero di Monaco.
Léo Ferré è un artista dai molti volti. Sebbene egli sia conosciuto soprattutto come interprete dei suoi brani, la sua vasta e variegata produzione artistica comprende canzoni, poesie, sinfonie, opere, saggi e romanzi. E' per questo che inquadrandolo come semplice cantastorie della resistenza antiborghese si rischia di non coglierne le diverse sfumature e le profonde mutazioni cui ha sempre sottoposto la propria materia linguistica ma soprattutto quella musicale. Ferré è un musicista talentuoso e le sue composizioni offrono una gamma impressionnante di generi e di ritmi, dalla ballata popolare alla raffinata sinfonia classica. Il suo eclettismo gli permette di usare formule musicali che vanno dall’a-solo con il pianoforte, all’orchestrina di varietà, dal gruppo tipicamente pop-rock alle grandi orchestre sinfoniche. Da ricordare infine che Ferrè scrive tutti gli arrangiamenti orchestrali e non di rado dirige lui stesso l’orchestra.
A livello letterario, con la sua poesia e mettendo in musica i versi dei poeti francesi Villon, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Apollinaire ha recuperato il simbolismo decadente e si è posto in completa antitesi con l’esistenzialismo di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir trovandosi invece in piena sintonia con la nouvelle vague dei registi Truffaut e Godard e con il surrealismo di Salvador Dalì.
A livello letterario, con la sua poesia e mettendo in musica i versi dei poeti francesi Villon, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Apollinaire ha recuperato il simbolismo decadente e si è posto in completa antitesi con l’esistenzialismo di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir trovandosi invece in piena sintonia con la nouvelle vague dei registi Truffaut e Godard e con il surrealismo di Salvador Dalì.
Ferrè è stato un artista prolisso e solo elencare i suoi lavori richiederebbe probabilmente un’intera trasmissione. In 42 anni, dal 1950 e ininterrottamente fino al 1992, ogni anno ha visto una o più produzioni discografiche da lui firmate. Mi limito quindi a segnalare gli album che la critica considera più significativi e che sono
nel 1957 Les Fleurs du mal chantées par Léo Ferré
nel 1964 Verlaine et Rimbaud chantés par Léo Ferré; nel 70 Amour Anarchie; nel 72 La Solitudine raccolta di alcuni suoi brani tradotti ed interpretati in Italiano e ancora nel 72 Avec le temps - nell’83 L'opéra du pauvre; nel 90 Les vieux copains; e infine nel 92 Une saison en enfer
A questa prolificità musicale dobbiamo aggiungere quella letteraria che comprende una dozzina di grandi opere che includono raccolte poetiche, romanzi, saggi metodologici incentrati sulla sua etica socio-esistenziale ed il suo approccio compositivo, libretti d’opera e sceneggiature radiofoniche e la sua autobiografia. Segnaliamo le raccolte di poesie POETES,VOS PAPIERS del 1956 e Testament Phonographe del 1980, la sceneggiatura radiofonica De sacs et de cordes del 1951, i romanzi Benoît Misère del 1970 ed Alma Matrix del 1993 ed il saggio letterario- musicale del 1979 La Méthode.
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