Friday, November 26, 2010

CON LE CARTE IN REGOLA

SECONDA PUNTATA

Il Meticcio    
Molti italiani, che magari conoscono poco gli chansonniers francesi, si ricordano invece molto bene di Georges Moustaki. Il merito è della canzone «Lo Straniero», Le Meteque, cioè Il Meticcio nella versione originale, un brano che ebbe un successo internazionale straordinario. Si tratta di una miscela perfetta di poesia alla portata di tutti, fusa in una melodia di accattivante semplicità, dalle forti reminiscenze mediterranee e interpretata da una voce quasi afona ma molto sensuale.
Ma Moustaki, che ha scritto Le Meteque ispirandosi al soprannome offensivo con cui viene apostrofato in certi ambienti parigini, non è nè allora, né dopo, un prodotto pensato a tavolino dai discografici. Arriva al successo già maturo e dopo una lunga gavetta. Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1934 e dopo l’esperienza scolastica vissuta  in un ambiente cosmopolita e multi-religioso, giunge a Parigi pressoché diciottenne  alla fine del 1951, all’epoca di quella bohème gloriosa in cui si va formando il meglio della seconda generazione della grande canzone francese. L’intenzione è quella di occuparsi di giornalismo e la musica è una passione secondaria con cui, in caso di bisogno, si prefigge di arrotondare le entrate. Finisce a vendere libri porta a porta ed a comporre canzoni la cui notorietà resta circoscritta alla cerchia degli amici. Si esibisce regolarmente nei localini parigini ma non sembra voler forzare le tappe della notorietà. Poi conosce Edith Piaf, con cui instaura una relazione sentimentale, e per lei nel 1958 scrive Milord che diventa un successo internazionale che gli garantisce notevoli guadagni ma che non favorisce in alcun modo il suo lancio personale.


Quando i due si separano,  Moustaki rientra in un confortevole anonimato ma inizia a  collaborare e a scrivere canzoni per i più grandi interpreti dell’epoca, da Henri Salvador a Yves Montand, da Juliette Gréco a Dalida, a Serge Reggiani.  Passano circa dieci anni ed i tempi maturano per Georges che col passare del tempo e grazie alle collaborazioni artistiche ed agli innumerevoli viaggi ha trovato una sua propria voce, un tono di scrittura adatto alla sua ricerca, una raggiunta maturità etico-artistica in cui si fondono l’ottimo autore, il grande viaggiatore, l’uomo affascinato dalle molte forme della comunicazione e l’implacabile critico della società.


Riporto ora un brano tratto dal libro-intervista a Georges Moustaki, Un chat d’Alexandrie di Marc Legras del 2002:
Intendo l’anarchia in senso etimologico cioè un non-potere staccato da ogni compromissione e da ogni gerarchia. L’anarchia non è il disordine, ma l’ordine di ciascuno.
Troppa gente usa questa parola  semplificandola o snaturalizzandola, associandole il casino e la violenza. Ma i tentativi storici  di gestione anarchica hanno sempre denotato  maturità e senso dell’assoluta equità. Ho trovato, presso gli anarchici, un ideale alto e nobile. Da Paul Lafargue, a Proudhon, da Jacques Prevert a Bakunin, il discorso della contestazione anarchica riflette un’aspirazione alla felicità, a una vita migliore e più rispettosa.”

Nel 1969 esce in Italia il brano Lo straniero che gli rende fama anche nel nostro paese e che viene presto seguito dalla canzone La mia solitudine. Ma l’Italia rappresenta solo una tappa del lungo viaggio artistico-esistenziale di Moustaki
Moustaki interpreta il lavoro come un continuo girovagare alla ricerca di incontri e confronti.  
È stato per questo uno dei pionieri delle contaminazioni musicali, collezionando un’impressionante serie di collaborazioni artistiche con musicisti delle più diverse provenienze: Astor Piazzola, Mikis Theodorakis, Antonio Carlos Jobim, Henry Salvador, Chico Buarque de Hollanda, ed anche gli italiani Ennio Morricone, Francesco Guccini, e Bruno Lauzi. Nel 1999  viene nominato Artista per la pace dall’UNESCO.
Nel 2004, dopo aver pubblicato un nuovo disco di brani originali, parte di nuovo in tour, toccando tutta l’Europa, con un omaggio in memoria dell’amico Serge Reggiani da poco scomparso. 
Oggi, con alle spalle una carriera di grande coerenza etica ed estetica, il trovatore è ancora per strada, passa solo di rado un mese intero nel medesimo paese, per raccontarci le sue storie, cercando di imparare qualcosa e di fare canzoni da tutto, piccole gioie e grandi tormenti, come un vecchio allievo della vita.


La produzione  discografica e bibliografica di Moustaki è vasta. Essa comprende a tutt’oggi 27 album editi, di cui 7 registrati dal vivo, una quadrilogia, una trilogia e alcune raccolte delle sue canzoni. Tra i più significativi album ricordiamo LE MÉTÈQUE del 1969, DÉCLARATION del 1973,  VOYAGES ET RENCONTRES del 1989 ed i più recenti LES ENFANTS DU PIREE del 1997 e PRESQU'EN SOLO, dal vivo, del 2003.                                                                                                   
Sono invece 11 i libri firmati da Moustaki che includono raccolte di poesie e testi di canzoni, romanzi e libri-intervista di carattere biografico o inerenti la sua creazione artistica scritti sia da solo, sia in collaborazione con altri autori.

  

Danilo Sidari - 2008

No comments:

Post a Comment