Thursday, November 25, 2010

CON LE CARTE IN REGOLA

PRIMA PUNTATA

Ciao. Vi propongo una serie di appuntamenti musicali andata in onda sull’emittente radio nazionale australiana multietnica SBS nel 2008. Vi proporrò un gruppo di autori- interpreti, donne e uomini di diversa nazionalità, famosi o poco noti al pubblico italiano, che oltre a trovare concordi i più autorevoli critici sul livello assoluto della loro cifra artistica, hanno usato ed usano la canzone come strumento chi di introspezione, chi di confronto, chi di denuncia, facendo della coerenza tra parole cantate e fatti cioè tra ideologia ed esistenza quotidiana, un presupposto etico imprescindibile. Ecco perchè scelsi a suo tempo di chiamare questa trasmissione “Con le carte in regola”. Ho dedicato ad ognuno di loro uno spazio relativamente limitato con cui ho cercato di addentrarmi nella dimensione personale delle loro scelte ideologiche, etiche e spirituali. Spero così di mostrarvi come esse hanno eventualmente determinato la loro esigenza creativa e come hanno influenzato il loro percorso esistenziale ed artistico. Cercherò infine di evidenziare attraverso l’ascolto di alcuni brani del loro repertorio, i tratti salienti della loro poetica, della loro musica e del loro stile interpretativo.  


Il bohemienne   
Iniziamo quindi da un artista che a giudizio unanime della critica è considerato uno dei padri putativi della canzone italiana d’autore. Malgrado ciò, egli muore a Roma nel 1980, solo e pressochè sconosciuto al grande pubblico: stiamo parlando di Piero Ciampi. Ciampi nasce a Livorno nel 1934 e le notizie sulla prima parte della sua vita sono scarne. Dopo il periodo bellico e le scuole superiori, Piero si iscrive alla facoltà di Ingegneria a Pisa ma non termina gli studi e torna a Livorno dove per vivere, vende olii lubrificanti. Intanto studia da autodidatta il contrabbasso e con i fratelli Roberto, poeta, e Paolo, clarinettista, si esibisce in localini del livornese. Parte per il servizio militare e nella caserma di Pesaro conosce il musicista genovese Gianfranco Reverberi. Ritornato a Livorno riprende la solita vita ma nel 1957 inaugura una stagione di fughe che durerà per tutta la vita. La prima partenza è assolutamente drastica perchè con pochi quattrini in tasca, una chitarra e un biglietto di sola andata, parte per Parigi.
Nella capitale francese e nella sua atmosfera esistenzialista della fine degli anni ‘50 nasce il Ciampi chansonnier. Inizia scrivendo poesie sui tovagliolini di carta delle birrerie e la sera le canta nei locali che frequenta in cambio di pochi franchi.  Frequenta il poeta Céline e va ad ascoltare i concerti di Georges Brassens, di Jacques Brel, di Edith Piaf.
Vive di stenti e arrotonda le magre entrate che gli vengono dalle sue esibizioni, elemosinando un pasto o un letto per la notte. Malgrado la reputazione da eccentrico che va creandosi, qualcuno lo nota nei locali malfamati dove si esibisce e cominciano a chiamarlo "L'Italianò".                                                              Nel 1959 però torna a Livorno dove, qualche tempo dopo, lo raggiunge Reverberi, che è direttore artistico alla Ricordi, la prima casa discografica italiana che scommette sui cantautori nostrani. Il musicista genovese lo convince a lavorare per lui, lo porta a Milano e lo ospita nella sua casa insieme a Gino Paoli e Luigi Tenco. In questa piccola ma stimolante boheme milanese, tra il 1960 e il '61 arrivano per Ciampi le prime incisioni. Nel 1963, malgrado lo scarso impegno, esce il suo primo LP "Piero Litaliano” che però passa quasi inosservato. Lascia Milano e torna a Livorno. Da qui, qualche tempo dopo, si sposta a Roma per la direzione artistica della Ariel,  una piccola etichetta discografica. Ciampi  abbandona il soprannome "Litaliano" e comincia a scrivere e cantare con il proprio nome. Si tratta di canzonette in piena regola, facili e più orecchiabili, che però non riscuotono successo.                                                                                                           
Gli va un pò meglio come autore: scrive per Gigliola Cinquetti "Ho bisogno di vederti", che arriva quarta a Sanremo nel 1965.  Nel frattempo, durante tutti i primi anni ‘60, non la smette mai, tra un lavoro e l'altro, di vagabondare senza meta: Roma, Stoccolma, Barcellona, Tokio, Dublino, Londra, parecchie sono le sue mete ma l’approdo finale  resta sempre Livorno. Nella sua vita sregolata compaiono due figure femminili  importanti: prima la moglie Moira, irlandese, che però poco tempo dopo avergli dato un figlio fugge negli Stati Uniti. Dopo qualche tempo si lega ad una donna romana, Gabriella, che lo rende padre per la seconda volta ma che  a sua volta ben presto si arrende e fugge di fronte al suo uso smodato di alcool ed al suo carattere irascibile che è causa di accese discussioni private e di situazioni  imbarazzanti in pubblico. Sul dolore provocato da questi abbandoni ascoltiamo il brano “Tu no”.      



Dopo la parentesi livornese, Piero torna a Roma con qualche speranza professionale. Grazie all’amico Gino Paoli riesce ad ottenere dalla RCA un contratto ed un ottimo anticipo in denaro che lui però va immediatamente a scolarsi, non producendo un solo pezzo e facendo ben presto rescindere il contratto.    Nel 1970 conosce Gianni Marchetti che rimarrà suo amico e collaboratore fino all’ultimo.Tra il 1973 e il 1974 qualcosa sembra smuoversi ma ancora una volta, non si sa quanto incidentalmente, Ciampi perde il treno della popolarità. Nel 1973 Carmen Villani canta a Canzonissima una sua canzone, "Bambino mio" con discreto successo e nello stesso anno un altro brano, "Io e te, Maria", viene inciso da Nicola di Bari. Nel 1974, impressionata dalla poetica di Ciampi, Ornella Vanoni contatta Gianni Marchetti e gli chiede di produrle un album intero con testi delll’artista livornese. Marchetti si precipita  a Livorno ma non trova Piero. Quando questi ricompare, il progetto dell'album per la Vanoni è ormai sfumato.                                         Per sopravvivere va a cantare in salette cosiddette "d'élite" da cui esige cachet molto alti e dove attacca regolarmente briga con qualcuno e insulta pesantemente il pubblico. Un’esistenza travagliata, segnata dall’alcool e dalla scelta di non adattarsi a certi conformismi, che si conclude il 19 gennaio 1980, quando a 46 anni Piero Ciampi muore ucciso da un cancro alla gola.                                                                                             
Il mondo poetico di Ciampi è un mondo di canzoni molto belle e spesso irridenti amalgamate da un pensiero politico-esistenziale marcatamente anticonformista e libertario. Canta con voce roca e sporca l'amore confuso tra la morte e il mal di vivere, evocando una serie di immagini dolcissime che alterna ad altre feroci e violente. Ciampi è essenzialmente un bohemien, un artista che resta ancorato, suonando e cantando, all'alcol, alla precarietà e alla miseria, nel corso di una vita breve, senza compromessi discografici e artistici, sregolata da ogni canone civilizzato. Un poeta-cantante che con i suoi testi e con una parabola esistenziale senza dubbio “spericolata” - come direbbe Vasco Rossi - ma coerente con i suoi principi ideologici ed artistici, ha preso di mira il falso benessere economico di quegli anni ed il facile conformismo sociale da esso derivante.

La discografia di Ciampi comprende dieci 45 giri fino al 1963 e poi gli  LP Piero Litaliano dello stesso anno, Piero Ciampi del 1971, Io e te abbiamo perso la bussola  del 1973, Andare, camminare, lavorare e altri discorsi  e Piero Ciampi dentro e fuori  del 1975 e le raccolte uscite postume Le carte in regola del 1981 e L'album di Piero Ciampi un doppio del 1990. 


http://www.youtube.com/watch?v=9cfgyLH4T_4


Danilo Sidari - 2008

1 comment:

  1. Bravo Danilo! Stai preparando qualche altra "trasmissione"? spero di si!

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