Quarta ed ultima puntata
Nel 1996 esce l’album
“Nessun pericolo…per te” di Vasco Rossi
che contiene la canzone
Sally. Un brano struggente che in una escursione di qualche minuto riesce a darci un quadro completo della vita vissuta e delle emozioni di una donna a cui la vita ha regalato parecchie amarezze e che quindi guarda con pacata noncuranza al suo presente di donna matura. Alla fine della canzone però la protagonista ha un guizzo di speranza nel futuro che le viene dalla constatazione che anche gli errori commessi sono serviti, che non è tutto sbagliato, che forse qualcosa s’è salvato. In una intervista rilasciata al solito Vincenzo Mollica, Vasco Rossi parla di un incontro avvenuto con una donna in una località balneare
del sud della Francia. Una donna non più giovanissima che non si lascia più
travolgere dalle illusioni ed è più cosciente della realtà.
Se ne può dedurre che a seguito della conversazione avuta con questa signora, Vasco Rossi abbia colto e tratto ispirazione da questa figura femminile che ripensa alla sua vita, alle sue scelte sbagliate, agli errori che ha commesso, al dolore che ha subito per colpa di altri. Nella parte finale però, sia per un collaudato approccio compositivo che prospetta un finale meno cupo e deprimente, sia per una precisa scelta filosofica che appartiene a Vasco Rossi, la protagonista della canzone riesce a trovare dentro di sé la forza per andare avanti, per fare anche dei suoi errori una lezione di vita. La canzone ha comunque avuto diverse interpretazioni: in una di queste Sally è una drogata, che per comprare dosi di droga si prostituisce. Le fragole del verso "e si potevano mangiare anche le fragole" starebbero ad indicare la droga, mentre “il fare la guerra” non sarebbe una guerra fisica, ma una guerra contro la dipendenza dalla droga. Una ragazza che vive la vita tristemente, cammina per strada senza guardare davanti, cioè davanti a sé non vede nulla e non ha più voglia di reagire contro la sua staticità. Ricorda un amore finito, e successivamente il ricordo si sbiadisce e la sua vita ora è più difficile, si deprime per la sua vita passata, per la solitudine che l’ha accompagnata per tutto il tempo, senza potersi sfogare con nessuno perché nessuno potrebbe capire il suo stato d’animo. Il suo rumore preferito è la pioggia, perché rispecchia il suo umore e trova conforto e comprensione in essa. Un’altra interpretazione ci propone Sally come una ragazza di Sarajevo, con la guerra che le ha tolto tutto e da cui fugge per poi, alla fine delle ostilità, intraprendere questo ipotetico viaggio verso casa che diventa un po’ il viaggio della vita. Alla fine Sally si rende conto che forse la vita non è finita che non è stato tutto perso, che quello che è successo purtroppo non si può cambiare e che anche dal male che si subisce bisogna trarre insegnamento.
http://www.youtube.com/watch?v=ID-mR--oQSE
Personalmente, e aldilá delle facili suggestioni dettate nel primo caso da passate esperienze giudiziarie del cantautore e nel secondo caso dal periodo in cui il brano fu composto, penso che la prima interpretazione sia quella più verosimile. Intanto perché è in qualche modo confermata dall’intervista a cui ho accennato prima e poi perché nelle sue canzoni Vasco Rossi, pur non disdegnando accenni precisi a problematiche sociali, ha sempre preferito presentare i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, sotto un aspetto più specificamente intimista.
Danilo Sidari - 2011
grande grande Vasco!!!!!
ReplyDeleteun saluto a Sydney :-)