Tuesday, October 19, 2010

I RAGAZZI DEL FIUME

Ascolta il coro delle voci dei punk irriverenti
dei loro saggi vassalli e delle loro puttane
e di colui che giocava coi colori e preferì fuggire
e di chi offriva medaglie in cambio di emozioni
e di quelli che giunsero tardi per l’anisetta ghiacciata
e di chi trovò ispirazione tra le cosce di una danzatrice  
e di chi versava brocche di sapienza
nelle gole riarse di vecchi camionisti

E di chi corre instancabile su e giù per l’universo
dietro a un pallone e a un gruppo di bambini
e di chi cammina in bilico, con perizia e coraggio,
sull’impalcatura che regge il cielo.
Il pomo dunque stacca dal ramo
e in esso affonda i denti bianchi
della tua saggezza di padre.
E’ tempo di dar vita al sogno.

Vedi bene, uomo,
lo struggimento per le cose perse
trascinarci via.
E ci vedi a stento aggrapparci
ai versi del bardo occitano
o a quelli del poeta di Palizzi
che cantano il loro amore
a un telefono portatile.

Le bottiglie svuotate riempiono la mente
con la processione dei perdenti.
Salmodiando sufi pakistani
si attorcigliano in un’infinita spirale
e versano sui nostri nervi scoperti
l’unguento dolce della malinconia
mentre severi ci inchiodano
alla nostra scelta di aver dato la vita.

E’ giunto il tempo di celebrare
questo sospirato battesimo
troppo a lungo nascosto
tra i canneti chini al mistrale
sulle rive che odoravano di fango
nei guizzi argentei dei cefali
o dietro ai vetri appannati di un’auto in inverno
rifugio tenero di giovani irruenze.                                              

Danilo Sidari - 2004

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